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07.10.2011 - Antonio Vanzillotta

Sanremo, grido d'allarme degli abitanti della Pigna: "vogliamo maggior sicurezza"

Ancora paura nella Pigna dopo la morte di Giovanni Forte. L'altro pomeriggio un nuovo tentativo di scippo.

Dopo la morte di Giovanni Forte avvenuta nelle scorse settimane nel suo appartamento di Sanremo, per cause ancora al vaglio degli inquirenti, in questi giorni balza alle cronache il tentativo di scippo di una collana ad una signora, mentre percorreva a piedi via Romolo Moreno, da due extracomunitari. Il quartiere Pigna non è più lo stesso, racconta l’architetto Renato Grinda preoccupato. Grinda, porta nel cuore la Pigna tant’è che ci ha fatto la sua tesi in architettura. Ci accompagna per i vicoli storici di questo quartiere, Renato è un libro aperto, racconta che è il secondo paese più antico dopo Genova,  ama questo posto e vederlo vessato in questo modo lo indigna molto “E’ una vergogna!” ci dice.

“Il quartiere è in fermento” dichiara un agente immobiliare “molti abitanti svendono le loro case. Anche i turisti, le seconde case, pensano di lasciarle”. La paura di vivere in questo storico quartiere di Sanremo ci viene confermata anche da una commerciante, la quale racconta di alcuni agenti in borghese che trascinano degli extracomunitari da scantinati e tuguri. “Il caos alla Pigna è arrivato con i transfughi di Lampedusa, da allora è diventato un posto invivibile” continua Grinda. Non bastava il degrado urbano: palazzi storici fatiscenti e pericolanti, lavori in compiuti e cantieri aperti; adesso anche gli abusivi. “Questi ragazzi hanno bisogno di tutto e si pigliano quello che gli serve” racconta un abitante, a lui hanno rubato la biancheria che era stesa ad asciugare, perfino la coperta del cane gli hanno portato via. Un anziano signore ci dice “La Pigna è diventata carne di porco, è un macello, di notte non riesci a dormire. Senti urla e schiamazzi bottiglie birra che si spaccano in testa o sui muri; ed al mattino rivedi questi immigrati fare le cose più sconce: defecano negli angoli, urinano dove capita incuranti dei passanti, si fanno il bidè e la doccia nelle fontane pubbliche. E’ uno scempio l’altra mattina continua l’anziano ad un immigrato mentre urinava incurante sotto una finestra, gli hanno buttato un secchio di acqua addosso e per fortuna che era acqua”. “Solo attraverso il controllo del territorio con la messa in efficienza delle telecamere ed un presidio continuo si possono ottenere degli effetti duraturi per la sicurezza degli abitanti affinché si sentano tranquilli nel percorrere i suggestivi vicoli del centro storico. Da mesi chiediamo un posto fisso dove collocare le forze dell’ordine” - prosegue - l’architetto che sottolinea non sia una questione di razzismo ma di sicurezza e rispetto reciproco che ovviamente vanno al di là dell’etnia.

Grinda aggiunge che oltre all'aspetto della sicurezza, pur prioritario, il comune deve anche prendere delle decisioni per portare vita sociale e presenza dell'amministrazione all'interno della Pigna. Incentivare in via Palma e nelle vie parallele l'apertura di attività artigianali, utilizzando vari immobili comunali in disuso oppure chiusi; aiutare i commercianti che ci sono già a resistere in questo territorio, questo porterebbe un flusso di persone che porta vita nel quartiere. Così come ristrutturare lo storico palazzo delle Rivolte, con i fondi della Regione, secondo il progetto dell’associazione PignAmare per ridare vita al quartiere Pigna. L’architetto conclude: “La Pigna oggi è ridotta ad un quartiere dormitorio; non ci sono servizi, e sappiamo tutti che un quartiere, vive solo se il tessuto urbano è costituito da un miscuglio di funzioni: da quella abitativa, ai servizi pubblici e privati , al terziario e al commercio altrimenti non vive bene nessuno”.

 

 

 

 

 

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