venerdì 29 marzo 2024
11.12.2012 - REDAZIONE

Pdl Regione: lettera del Capogruppo Melgrati a Berlusconi

Il Capogruppo in Regione del Pdl Marco Melgrati scrive di nuovo al Presidente Silvio Berlusconi circa la sua discesa in campo alla guida della coalizione di centro destra per le prossime elezioni politiche .

Carissimo Presidente Silvio Berlusconi,

            Le avevo nei giorni scorsi scritto una lettera nella quale chiedevo che, se si fossero svolte le primarie del P.d.L., le stesse non avrebbero avuto senso in Sua assenza. Infatti Lei incarna la leadership del nostro partito, e pur apprezzando il segretario Angelino Alfano e gli altri che avevano deciso di mettersi in gioco, sicuramente non avrebbero avuto il Suo carisma e la Sua dirompente forza in una campagna elettorale che qualcuno ritiene di aver già vinto, sapendo, fino a ieri, di non dover fare i conti con la Sua forza e la Sua capacità di interpretare i desiderata, le esigenze, i sogni e le speranze degli italiani. 

Oggi che il partito si è liberato dei traditori e voltagabbana, che Le hanno impedito di realizzare il programma di Governo, occorre fare un nuovo sforzo. E’ necessario saper interpretare quelli che sono i sentimenti del popolo italiano, mai così distante e critico dai palazzi della politica, tendente all’astensionismo o a protestare con un voto che dovrebbe premiare i campioni dell’antipolitica, che un minuto dopo la elezione diventerebbero funzionali al sistema, senza averne la preparazione necessaria.

E’ quindi doveroso fare piazza pulita anche nel nostro partito, a livello regionale e nazionale, evitando di candidare persone condannate in terzo grado di giudizio o persone che non abbiano un necessario “cursus honoris” e una esperienza maturata nella vita amministrativa periferica, o eccellenze professionali. E’ ora di vedere facce nuove … questo chiede la gente! Personalmente sono contrario alla riproposizione di persone che hanno già svolto due o più mandati parlamentari, con la eccezione di pochi leader regionali, che rappresentano e hanno rappresentato il partito in questi ultimi venti anni … ma dovrebbero essere eccezioni, non la regola, per consentire che la politica non diventi un lavoro, ma un servizio svolto per il Paese in un momento significativo della propria vita.

In questi anni si è creata una rete di amministratori capaci, nei Comuni, nelle amministrazioni Provinciali e nelle Regioni, a cui attingere per le candidature alla Camera dei Deputati e al Senato della Repubblica. Persone che hanno un radicamento nel territorio, che hanno un contatto quotidiano con gli elettori, un confronto costante e che soprattutto conoscono le esigenze, le necessità, i bisogni dei cittadini che già oggi rappresentano . Basta con i nominati dall’alto, che non rappresentano nulla e nessuno.

Meglio sarebbe che la auspicata riforma della legge elettorale arrivasse in porto; collegi uninominali o preferenze servirebbero meglio la causa della riconoscibilità del proprio parlamentare, del radicamento con il territorio, ma soprattutto del fatto che il parlamentare “deve” rispondere ai cittadini che lo hanno eletto. Sarebbe così più difficile per un parlamentare cambiare casacca, sapendo che deve “obbedienza” non solo al partito, ma anche e soprattutto ai suoi elettori.

Sono comunque al Suo fianco, consapevole di quello che a Lei può costare una sofferta decisione come quella che si accinge a prendere, in termini di sacrificio, di impegno e di privazione della serenità. In questi venti anni Lei ha rappresentato per molti di noi il baluardo contro quel modo di intendere la vita, la politica e l’economia che è tipica dei figli dell’ideologia comunista. E non è vero che sono cambiati … per quelli come me che li affrontano tutti i giorni nelle sedi istituzionali, nei Comuni, nelle Provincie, nelle Regioni è chiaro il fatto che sono molto distanti dall’idea di sviluppo liberista, e che vedono l’imprenditore, dal più piccolo al più grande, come uno speculatore da osteggiare e da vessare con tasse e gabelle, a meno che non sia funzionale al partito, come nel caso delle Coop. E Sicuramente Bersani e Vendola ne rappresentano gli interpreti più significativi.

Ancora una volta, Sig. Presidente, saremo con Lei, in una battaglia di libertà che nessun magistrato politicizzato potrà pensare di contribuire a far perdere. Con Lei in campo possiamo e dobbiamo vincere, ancora una volta, per portare a termine un programma interrotto non certo per colpa Sua, e per ridare fiducia ad un paese, l’Italia, che con un anno di governo Monti è riuscito a perdere il sorriso e la speranza.

Voglio riassumere tutto con una parola:

Grazie Presidente


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