venerdì 19 aprile 2024
02.03.2012 - redazione

Intervento del sindaco di Vallecrosia Armando Biasi sulla crisi economica

VALLECROSIA- Armando Biasi sindaco di Vallecrosia "Il periodo socio-economico che stiamo vivendo è forse unico nella storia recente del nostro Paese per la carenza di prospettive sia per i giovani ma anche per le persone che escono dal ciclo lavorativo, in seguito ad un licenziamento".

Il periodo socio-economico che stiamo vivendo è forse unico nella storia recente del nostro Paese per la carenza di prospettive sia per i giovani ma anche per le persone che escono dal ciclo lavorativo, in seguito ad un licenziamento.

In questi giorni abbiamo tristemente letto di ennesimi casi di suicidio, continuamente ricevo ed ascolto cittadini che mi informano di aver perso il posto di lavoro, senza che il territorio possa offrire alternative valide. Nella nostra Provincia abbiamo assistito ad un lento declino delle attività produttive, che avevano determinato negli ultimi quarant’anni la crescita sociale ed economica ai cittadini delle nostre città.

Mi sembra scontato evidenziare come il comparto della Floricoltura, del Turismo e dell’Edilizia siano state il vero motore economico dei nostri Comuni. La scorsa settimana ho partecipato, nel mio ruolo di Sindaco, ad una riunione organizzata presso il mercato dei fiori di Valle Armea, da parte della C.I.A. Provinciale, dove erano presenti molti floricoltori, anche di Vallecrosia che hanno manifestato alle autorità presenti ed alle associazioni di categoria tutta la loro rabbia per lo stato in cui versa il comparto. Nel dibattito si è potuto constatare che, con le ultime riforme statali, gran parte dei presenti annunciavano la prossima chiusura delle loro aziende, in quanto non ci sono più i margini per la sopravvivenza economica.

Nel comparto edile abbiamo appreso di recente, attraverso la relazione annuale delle associazioni di categoria del settore, il numero dei dipendenti che vengono lasciati a casa, nonché le aziende di piccole e medie dimensioni che al 31\12\2011 hanno chiuso la loro attività. Sicuramente non godono di ottima salute i settori del Turismo e del Commercio, non a caso assistiamo noi enti alla continua apertura e chiusura di molte attività imprenditoriali del settore. Tra le ultime novità che dovranno affrontare i Comuni, con scelte sicuramente impopolari, vi è la nuova tassa sugli immobili denominata I.M.U. che ripristina il pagamento anche sulle prime case, ma non solo, per la prima volta lo stato incasserà il 50% dell’introito per la seconda casa. Sicuramente viene meno un principio di autonomia locale in quanto il gettito della tassa I.C.I. prima era gestito interamente dai Comuni per fornire i servizi di assistenza sociale e manutenzione ordinaria della città. Nel caso in cui si mantenessero le medesime aliquote del 2008 il nostro Comune avrebbe un introito inferiore di circa 300.000 euro. Alla luce di questi scenari in cui ci troviamo ad amministrare noi Sindaci, particolarmente nella nostra Provincia di Imperia, ritengo che sia diventato difficile e ingestibile il nostro ruolo, essendo soli in prima linea.

Un cittadino medio non incontrerà mai un parlamentare, forse potrà vedere al massimo un Consigliere Regionale, ma sicuramente un Sindaco o un Assessore che potrà avvicinarlo in molte circostanze e occasioni, per sottoporre tutte le difficoltà e le problematiche che oggi subisce dalla crisi economica.

In questo periodo i Comuni vengono anche privati di quelle piccole risorse economiche necessarie a limitare i disagi sociali e sopperire ai bisogni in aumento o addirittura non riescono ad avere i fondi per riparare i marciapiedi, rifare gli asfalti o la piccola manutenzione a tutela della sicurezza dei cittadini. Mi permetto di chiedere a tutte le istituzioni Politiche, Economiche e Sociali di riunire velocemente ad un tavolo i propri rappresentanti, considerando che il momento che stiamo vivendo è di una tale gravità che non può essere affrontata con vecchie metodologie o protocolli insufficienti a curare correttamente lo stato di salute della nostra Provincia.

Chiedo scusa per il mio sfogo e la preoccupazione che ne consegue, penso che se aumenterà il numero dei disoccupati, come nelle previsioni nazionali per il 2012, nei prossimi anni ci sarà un aumento considerevole di persone che dovranno lasciare la nostra Provincia per ricercare occasioni di lavoro e sopravvivenza in altre aree dell’Europa, e le tensioni sociali ai cui dovremmo assistere anche per esempio in seguito ad uno sfratto abitativo, non potranno essere gestite e risolte solamente da noi Sindaci. Infine, pur riconoscendo che ognuno stia svolgendo al meglio il proprio ruolo, forse questo non basta più, servono azioni coordinate e più incisive, attraverso un lavoro di squadra e di programmazione nel tempo. 


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